26 Agosto 2016
O jornal do Vaticano, L'Osservatore Romano, citou o Instituto Humanitas Unisinos – IHU em sua edição de 21 de julho passado. A publicação fez menção ao trabalho da Revista IHU On-Line, Nº. 489, cujo tema central foi Maria de Magdala. 'Apóstola dos Apóstolos".
Em 2016, pela primeira vez, a mulher que é considerada a apóstola dos apóstolos, teve seu dia elevado à festa pelo papa Francisco. O número, sob o título Maria de Magdala. Apóstola dos Apóstolos, pode ser acessado aqui
A versão impressa do jornal, em pdf (italiano), está disponível aqui.
Veja na íntegra, em italiano, a resenha da revista publicada pelo L'Osservatore Romano.
Uno sguardo internazionale ed ecumenico
«La recente iniziativa di Papa Francesco di elevare la memoria liturgica di Maria Maddalena il 22 luglio a festa è profetica» si legge nell’editoriale che introduce l’ultimo numero di «Ihu», rivista brasiliana dell’Instituto Humanitas Unisinos. Appena uscito, il numero è dedicato interamente a Maria di Magdala, apostola degli apostoli, con una raccolta di testi composita e ricca, dalla decisa impronta ecumenica.
I contributi infatti provengono da tutto il mondo; accanto a quelli di due studiose come Wanda Deifelt, coordinatrice del Dipartimento di religione del Luther College di Decorah in Iowa, negli Stati Uniti, e Ivoni Richter Rainer,teologa luterana che insegna nella Pontifícia Universidade Católica de Goiás, ci sono infatti testi di Marcela Zapata-Meza, archeologa biblica ed egittologa che insegna all’università messicana di Anáhuac e lavora agli scavi di Magdala, e del gesuita belga Johan Konings, docente a Belo Horizonte.
C’è anche un articolo dell’autore del libro Marie-Madeleine. De la pécheresse repentie à l’épouse de Jésus (Les Éditions du Cerf), Régis Burnet, che insegna Nuovo Testamento nell’università cattolica di Lovanio. La memoria di Maddalena non è mai morta perché alle donne Gesù dà un posto che non si riscontra negli altri contesti religiosi. Papa Bergoglio — sottolinea lo studioso — nel recuperare la memoria di questo personaggio biblico riapre dunque il dibattito nella società e nella Chiesa: il gesto del Pontefice sembra essere un modo per riconoscere il posto, allora eccezionale, che le donne occupavano accanto a Gesù, «ma soprattutto un appello a un loro maggiore riconoscimento nella Chiesa di oggi».
La leadership di Maria Maddalena — scrive la teologa Elizabeth Johnson, religiosa della congregazione delle Sisters of Joseph e docente di teologia alla Fordham University di New York — sfida l’intera Chiesa a convertirsi alla partecipazione delle donne, come discepole, a un livello di uguaglianza nel XXI secolo. La ricerca biblica da una prospettiva femminile, rende chiaro che anche la letteratura biblica è nata in un contesto patriarcale. Di conseguenza, gli autori focalizzarono la propria attenzione sugli uomini senza considerare soggetti ritenuti di minore importanza quali le donne o gli schiavi di sesso maschile.
Se le donne vengono dunque citate in un testo, è probabile secondo la studiosa che siano importanti al punto che la storia non potrebbe essere raccontata se esse fossero ignorate; in altre parole, qualsiasi donna menzionata deve essere considerata come la punta di un iceberg. Questi e altri strumenti interpretativi fanno sì che Maria Maddalena, questa “apostola degli apostoli”, prenda finalmente il suo posto legittimo nella storia come discepola amata di Gesù, ed esponente di rilievo nella Chiesa primitiva.
Seguono gli articoli di Wilma Steagall De Tommaso del Museu de Arte Sacra de São Paulo, di Salma Ferraz, dell’Universidade Federal di Santa Catarina, di Chris Schenk, religiosa delle Irmãs de São José, direttrice di Future Church, organizzazione che promuove il culto di santa Maria Maddalena come prima testimone della risurrezione, di Katherine L. Jansen che insegna a Washington, coautrice di The Making of the Magdalen: Preaching and Popular Devotion in the Later Middle Ages, di Thomas Stegman, insegnante del nuovo Testamento al Boston College, e di Elisabeth Schüssler Fiorenza, teologa femminista e biblista. E non mancano gli italiani: Gianfranco Ravasi, Antonietta Potente, Lucetta Scaraffia, Lilia Sebastiani, Carlo Molari.
Didascalia: «Noli me tangere», icona cretese del XVI secolo
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L'Osservatore Romano destaca a revista IHU On-Line - Instituto Humanitas Unisinos - IHU